Nella nuova mostra CALIBRATION si trovano due serie di immagini coerenti e consecutive del giovane fotografo americano Andy Mattern: Standard Size (2014) e Average Subject/Medium Distance (2018-2021)
Abbiamo conosciuto Andy Mattern ad Arles durante uno dei Portfolio Review dei Rencontres Internationales de la Photo 2019. Per alcuni anni abbiamo seguito a distanza il suo lavoro che ci sembra sempre coerente e continuo. Anche se altre serie più recenti sono molto interessanti abbiamo deciso di comune accordo di esporre le opere viste ad Arles in un gruppo di 13 + 6 immagini dei 2 lavori scelti. In questa mostra CALIBRATION, Mattern modifica, riprende e ingrandisce i calibri di carta in uso nella metà del secolo scorso che servivano ai fotografi per regolare illuminazione, esposizione e profondità di campo. Mattern trasforma queste schede tecniche in immagini astratte levando ogni indicazione scritta utile al loro scopo primario. Il risultato è un’immagine grafica e geometrica che mantiene i colori forti e brillanti dei quadranti e del cerchio che originariamente servivano come riferimenti tecnici e che diventano qui una riflessione sul sorpasso delle regole per ottenere una buona immagine cercandone anche, ironicamente, le imperfezioni. La parte didattica di tutto il suo operare e il modo in cui evolve la sua ricerca è un altro degli aspetti che ci hanno stimolato a conoscerlo meglio.
L’autore NON sarà presente all’inaugurazione della mostra ma lo si potrà incontrare in galleria in un paio di incontri pubblici nelle date del 28 ottobre 2022 con gli studenti del Liceo di Mendrisio e il 29 ottobre 2022 con chi volesse incontrarlo e discutere del suo lavoro. Per informazioni aggiornate meglio prenotare in tempo all’indirizzo email e/o nr di telefono come sotto riportato.
Nelle immagini della serie Average Subject/Medium Distance (2018-2021) mi sono ispirato alle utilizzatissime “Kodakguide” – schede di riferimento portatili usate per determinare l’esposizione e altre impostazioni della fotocamera. Questo progetto riflette sulle regole e sugli strumenti che stanno alla base delle tecniche fotografiche usate da tutti, professionisti e dilettanti. In questa serie è utile guardare ben oltre i suggerimenti forniti da queste carte e difatti, dopo averle fotografate individualmente, le rielaboro e seziono con un processo digitale manuale. Tutti i numeri tecnici, le immagini esemplificatrici e i testi esplicativi vengono coperti copiando e incollando polvere e graffi dalla superficie. Le composizioni risultanti vengono quindi ingrandite per enfatizzare questo segno digitale che si crea di concerto con un’unica parola, rimasta nella sua posizione originale. “Ogni parola è un riferimento obliquo a tropi fotografici familiari: luce, ombra”.
Il gruppo di foto dal titolo Standard Size (2014) è nato come un giocoso atto di resistenza contro le tipiche foto di esempio sulle confezioni di carta a getto d’inchiostro. Per eliminare queste informazioni visive, le foto d’archivio e altre immagini vengono rimosse fisicamente dai pacchetti di carta e il testo con le informazioni viene coperto con nastro adesivo colorato. Ogni superficie modificata viene poi illuminata e ri-fotografata per enfatizzare i gesti redazionali. Il risultato è una serie di composizioni piatte che riconsiderano le opportunità racchiuse nei materiali stessi.
I primi computer Apple erano precaricati con 38 semplici modelli desktop, da sfumature di grigio uniformi a composizioni piastrellate leggermente più elaborate, consentendo agli utenti di personalizzare il proprio ambiente digitale per la prima volta. In questo progetto, le fotografie ravvicinate realizzate direttamente dallo schermo del computer della mia infanzia vengono ingrandite e stampate come cianotipi. Questo gesto vuole indicare l’ottimismo e l’ingenuità degli albori del personal computer.