I CONTI IN TASCA. Sguardi incrociati tra Fabio Tasca, Katia Accossato e Luigi Trentin.
Le fotografie di Fabio Tasca sono particolarmente interessanti dal punto di vista di un architetto attento alle trasformazioni del territorio contemporaneo. Se Wenders poteva affermare nel 1991, di fronte ad un pubblico di architetti di Tokyo, che “il cinema è una cultura urbana, nata sul finire del secolo scorso e cresciuta parallelamente all’espansione delle metropoli. Il cinema e le città sono cresciute e diventate adulte insieme, e i film sono testimonianze dei grandi mutamenti che hanno trasformato le eleganti città del fine secolo delle difficili e nevrotiche megalopoli odierne” (Wim Wenders, The Urban Landscape, ora in: id., L’atto di vedere. The Act of Seeing, Ubulibri, Milano 1992) basta sostituire la parola fotografia alla parola cinema e non siamo forse molto lontani dallo “stato delle cose”, per proseguire nel citare il maestro del cinema tedesco. Ovviamente lontana da ogni intento documentaristico, la fotografia di Tasca riporta brevi spezzoni di un territorio che cambia continuamente sotto i nostri stessi occhi, spesso resi insensibili nel registrare le mutazioni in atto a causa di un effetto di sovraesposizione; le cose cambiano senza lasciarci il tempo di realizzare. Ma se gli episodi urbani e paesaggistici cambiano nella loro materialità – ecco un edificio che compare dove per secoli vi era un campo, altrove una strada asfaltata corre tagliando vecchi percorsi che si snodavano tra un podere e l’altro – degli oggetti colti dallo sguardo fotografico cambia il senso. Ecco allora che una casa non è più soltanto una casa, ma è qualcosa di diverso, di sottilmente ambiguo, di ibrido (casa-capannone, casa-albergo, casa- showroom di mobili…). Alla relazione di distanza e prossimità (centro – periferia, città – campagna) si sostituisce una situazione di adiacenza (una sequenza ininterrotta: campo, muro di recinzione, abitazione, fabbrica, orto, svincolo stradale, altro campo…). Tutto questo, nell’occhio della camera di Fabio Tasca viene colto come se fosse ai margini del campo visivo, in maniera quasi involontaria, mentre l’attenzione è rivolta alla composizione dell’immagine e alla sua qualità. Per questa ragione il suo lavoro diventa ancora più interessante e il suo sguardo di fotografo incontra il nostro di architetti.
BIOGRAFIE Luigi Trentin è professore a contratto di Progettazione Architettonica (Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni, Campus Leonardo) e di Elementi di Disegno (Scuola del Design, Campus Bovisa) presso il Politecnico di Milano. Dopo aver svolto il Dottorato (PhD) presso lo stesso Ateneo ha insegnato anche in altre Scuole tra cui l’Università degli Studi di Pavia e l’Accademia di Architettura di Mendrisio. Ha pubblicato articoli e saggi su riviste nazionali e internazionali con particolare attenzione per gli strumenti di rappresentazione. Nel 2004 fonda con Katia Accossato lo studio ACTarchitettura, con sede a Chiasso (CH). Lo studio si occupa di progettazione a varie scale, partecipando a numerosi concorsi e ricevendo diversi premi. Katia Accossato è professoressa a contratto di Architettura del Paesaggio (Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni, Campus Leonardo) del Politecnico di Milano. Dopo aver conseguito il Dottorato (PhD), nel 1999, presso lo IUAV di Venezia, ha insegnato presso il Politecnico Federale di Zurigo, L’Accademia di Architettura di Mendrisio e la Hochschule di Vaduz (Liechtenstein). E’ stata redattrice delle riviste svizzere “Rivista Tecnica” (1997) e “Archi” dal 1998 al 2004, anno in cui ha fondato con Luigi Trentin ACTarchitettura, con sede a Chiasso (CH). Lo studio si occupa di progettazione a varie scale, partecipando a numerosi concorsi. Ha pubblicato diversi articoli e libri sull’architettura del XX secolo e saggi teorici sulla percezione dello spazio.
Architetti Katia Accossato Luigi Trentin Via F.Borromini 1 CH-6830 CHIASSO www.actarchitettura.com