MALLEUS MALEFICARUM
Virginie Rebetez

Sedute Medianiche
Incontro con Claude Bergier
Video 23’ – 2018

Traduzione dal francese
Audrey Séné, Eric Wermeille, Diana Varisco,
Françoise Auberson, Caryl Cantin


È il legame che c’è tra lui e la vostra famiglia.

Penso che sia per questo che l’avete scelto. È così. Vedo una connessione.

Vedo proprio come un tubo luminoso, che vi lega tutti edue.

È come se stesse trasmettendo una parte del suo potenziale ad un uomo della vostra famiglia che, a quanto pare, non ha per forza praticato o accettato questa sua capacità.

Quindi, ritorna a lei.

Ecco perché vedo questo legame.

È come se una parte di lui fosse in lei, se si può dire così.

Non è un caso.

Entrerete in contatto con lui, se non è già successo. È come se passasse attraverso i suoi sogni per provare a

comunicare con lei, per poter sono attaccate tra di loro.

Lo vedo uscire, con un quaderno tra le mani.

E si dirige verso una foresta.

Lo vedo sedersi e disegnare.

Fa parte del suo lavoro, è quello che mi sta dicendo.

Classificare quei fiori, quelle piante e sapere come utilizzarli.

Quando lo vedo disegnare, annota le loro particolarità.

Gli da fastidio tutto il lato sinistro, un po’ come una paralisi. Tira un po’.

Utilizza principalmente la mano destra, la sua mano sinistra gli dà fastidio.

Mi mostra il suo carattere. È qualcuno che va in avanti, che ha voglia di avanzare. Potrei quasi dire qualcuno di autoritario.

Mi mostra un torace grande.

Una voce autoritaria. Una voce bassa, forse.

Uno sguardo pungente. Uno sguardo che potrebbe fare paura.

Lo sento grande nella sua personalità. Non mi mostra le sue dimensioni, ma è qualcuno di grande per quello che è capace di fare.

Aveva un lato molto misterioso che, in effetti, ha fatto paura.

Misterioso, anche oscuro.

E poi, allo stesso tempo, questo signore aveva una certa dolcezza. Una sensibilità, quasi come un bambino.

A volte, questa sensibilità lo mandava su tutte le furie.

È come se avesse due personalità.

Claude, se esagero, me lo dici. Claude se mi spingo troppo oltre, me lo dici. Dico semplicemente tutto

quello che sento, visto che ti sei manifestato.

È strano, vedo che prepara delle piccole bottiglie, da dove si poteva bere, così, ogni

Mi mostra una donna che corre, che grida.

Non capisce. Ha semplicemente voluto prescriverle qualcosa.

La vedo con un vestito che grida “È lui, è per colpa sua!”.

Una donna abbastanza grande, con un vestito chiaro.

Corre, ha paura. La vedo piangere.

Vedo che le chiede perdono.

Mi mostra dei banchi. La scena del processo. Sa perché è là.

Piange. Supplica. Dice che lavora per una potenza benevola superiore. Ma non lo ascolta nessuno.

Diventa collerico. Diventa scuro.

Diventa tutto scuro. Ho molto freddo, ora, canalizzando tutto questo.

Sapeva quello che sarebbe successo. Ha cercato di respirare il più possibile i vapori del legno che brucia per

svenire velocemente e non sentire il calore.

L’abete crea molto fumo.

Vado troppo in là, mi prende troppo, per cui chiedo di calmare tutto ciò.

Ecco. Ha parlato molto, si è ricordato molte cose, desidera andarsene adesso.

Penso che gli ha fatto bene.

Ci fermiamo e rispettiamo la sua anima.

Ora gli dico grazie. Penso che è bene se lei fa lo stesso, Virginie. Ringraziarlo per essere venuto, che abbia

accettato che io sia il canale e che si sia espresso su certe cose per le quali si è fatto condannare.

Grazie mille Claude.

Quello che sento, io, è come se lei avesse vissuto la stessa cosa, in un’altra vita. In effetti, sistemando la sua storia, sistemate la vostra.

Un’altra epoca, un altro luogo, non lo so.

L’1, Il Barcaiolo. La scelta.

Può sempre scegliere. Sta a lei fare o no questo lavoro personale.

Se fa questa scelta, risolverà davvero qualcosa. È karmico, non è soltanto per voi, ma anche per la vostra

discendenza e i vostri antenati. Sarà una liberazione anche per loro.

Accanto a lei, ci sono due uomini. La terza persona è sfocata. C’è la vostra guida, ma anche qualcuno di

prossimo a lei. Dev’essere un parente.

La sua guida si trova alla sua destra. È in piedi. È qualcuno di grande, di molto grande.

Ha i capelli castani e degli occhi molto chiari.

Mi dice che è al suo fianco da circa un anno.

L’altra persona che si trova dietro è anche lui un uomo.

Un uomo della vostra famiglia.

Siamo molto, molto circondati.

L’ha conosciuto come nonno?

Ha avuto qualcosa alla mano destra? Sento qualcosa al polso. Sento una rigidità al braccio. Ho l’impressione

che la mia mano non mi appartenga più.

Mi sembra una richiesta di perdono. Ci sono delle cose che non sono state digerite. Ha fatto soffrire delle

persone?

C’è davvero qualcosa da fare da qualche parte, qui. C’è qualcosa da risolvere. È come

avrebbe potuto andare storto, per lei?

Per me, c’è stata un’andata e ritorno, ad un certo momento.

C’è questa cosa all’interno di lei. È quasi vitale, cercarlo.

Va oltre la sua passione per la fotografia. C’è qualcosa di viscerale.

Ha dovuto percepire la luce per qualche secondo, sicuramente nel ventre di sua mamma. Se n’è quasi

andata.

Per me, deve averla vista questa luce, e poi, hop, è ritornata nel suo corpo fisico.

Da quel momento, fa tutto questo percorso con la fotografia per ritrovare questo punto luminoso.