apertura domenica 31 ottobre 2021
ore 11-17
in presenza dell’autrice
**con CertCovid/GreenPass
o mascherina
In mostra alla CONSARC/GALLERIA Malleus Maleficarum, un lavoro sul visibile e l’invisibile di Virginie Rebetez (CH).
Virginie Rebetez, artista e fotografa svizzera residente a Losanna, presenta per la prima volta in Ticino il suo lavoro Malleus Maleficarum, realizzato nell’ambito dell’11esima edizione dell’Enquête photographique fribourgeoise. In Ticino sarà presente con una serie fotografica composta da ritratti, paesaggi, da un video: Sedute Medianiche. Incontro con Claude Bergier (HD 23 minuti, solo audio su nero) e dal libro in vendita e in mostra, edito nel 2018 da BCU Fribourg e Meta/Books, Amsterdam.
Il titolo Malleus Maleficarum, in italiano Il martello delle malefiche (delle streghe), ci arriva da un trattato del 1487 usato come guida teorica contro la stregoneria. Rebetez se ne serve come punto di partenza per riabilitare un passato nel quale ci si serviva di questo testo come scusa e mezzo per accusare chi, secondo le credenze di allora, veniva definito come “diverso” e quindi pericoloso per la società. Claude Bergier, guaritore e presunto stregone messo al rogo nel 1628, è il fil rouge che Rebetez usa come ponte tra passato e presente, tra i medium di oggi e gli stregoni di allora, senza mai sfociare però nel voyeurisme, ma sfidando la storia e ciò che ne rimane.
(…) Propongo all’anima di Claude Bergier di venire, se è d’accordo. Di avvicinarsi, se è proprio lui. Per avere una discussione sana. Una discussione di pace, di semplicità. Con noi, i vivi, e tu, il defunto. (…)
(tratto da Sedute Medianiche. Incontro con Claude Bergier, video HD, 23 minuti, solo audio su nero).
Malleus Maleficarum è un lavoro che ci fa riflettere sulla complessità del medium, siano esse persone o mezzo fotografico, in passato e ai nostri giorni, e consente un’ulteriore riflessione oltre che sulla storia, sul concetto stesso di fotografia, quale traccia. Da tempo il lavoro di Rebetez ruota attorno al tema dell’assenza, dell’invisibile e della partenza spingendo sempre di più sé stessa e il mezzo fotografico.
Non è nemmeno casuale che la mostra veda la sua apertura a Chiasso il 31 ottobre, la vigilia di Ognissanti, festa celtica cristianizzata che precede il giorno dedicato ai defunti dalla religione cattolica, un clin d’oeil al lavoro di Rebetez e alla sua mostra.
(…) Sa per caso se nel ventre di sua mamma, qualcosa avrebbe potuto andare storto, per lei? (…)
Non aggiungiamo altro, se non che si tratta di un lavoro dalle molteplici letture da vedere e rivedere, ascoltare ed elaborare, dove ognuno di noi riesce ad estrapolare qualcosa di intenso e viscerale, e alla fine farlo suo.
La mostra è accompagnata dal catalogo edito da BCU Fribourg & Meta/Books, Amsterdam con testi di Elisa Rusca e Olga Yatskevich.
Aline d’Auria
Virginie Rebetez intraprende un’indagine fotografica su medium e guaritori, comuni nella regione cattolica di Friburgo e ben radicati nella cultura, imparando a conoscere la loro identità e pratica, mentre li colloca in un più ampio contesto storico di caccia alle streghe.
Malleus Maleficarum è forse lo sforzo più ambizioso e audace di Rebetez per esplorare lo spazio tra visibile e invisibile, per reimmaginare e riconsiderare la storia in un modo nuovo. Il passato è richiamato attraverso la figura di Claude Bergier che fu accusato di stregoneria e bruciato sul rogo nel 1628, a Friburgo. Rebetez rievoca Bergier indagando su di lui, organizzando letture medianiche, costruendo poi ponti tra persone e luoghi, separati dal tempo e dallo spazio. Malleus Maleficarum è un libro inaspettatamente personale e intimo, che riflette sulla vita e abbraccia l’ignoto, e allo stesso tempo spinge audacemente le capacità del linguaggio fotografico a rappresentare la realtà e oltre.
Olga Yatskevich
(tratto dal volume Malleus Maleficarum
ed. BCU Fribourg & Meta/Books, Amsterdam 2018)