13 11, 2022

Kochan-p

2023-02-20T18:19:33+01:00


Kochan – st 2016-2018
stampa fine art su carta cotone
in cornice a cassetta cm 100×150 ed 1/3
© Alessandra Calò (I – 1977)

KOCHAN
Alessandra Calò

apertura
domenica 27 novembre 2022

ore 11-17

fino al 19 febbraio 2023
catalogo KOCHAN

vai al  CONSARC/STORE 

INGRESSO GRATUITO

FINISSAGE
in presenza di Alessandra Calò

DOMENICA 19 febbraio 2023  ore 14-18

Kochan è un nome. Quello del protagonista di Confessioni di una maschera (Yukio Mishima, 1949). Una sorta di diario di viaggio, che accompagna il lettore alla scoperta di frammenti di vita e identità del protagonista.
Kochan è anche il nome del progetto fotografico che ho iniziato nel 2016 quando ho scoperto che la New York Public Library aveva messo online una buona parte dei suoi documenti d’archivio. Il recupero e il riutilizzo di materiali sono il punto di partenza della mia ricerca e produzione artistica. Il lavoro che realizzo con i materiali d’archivio mi permette di creare nuovi universi e raccontare, ogni volta, nuove storie, oltre ad essere un vero e proprio viaggio nell’immagine fotografica. Ho trascorso giorni interi tra carte geografiche, manoscritti e lettere. Ma è dalle mappe che sono stata attratta e, accompagnata dai loro segni e dalle loro tracce, ho deciso di affiancarle ad una serie di autoscatti. Partendo da riflessioni sul concetto di identità, in questo progetto anche io, come Kochan, ho cercato di immaginare il viaggio che ogni persona compie per scoprire e affermare se stesso.
Considerando il corpo come un territorio da esplorare, mi sono resa conto che nulla può essere considerato definitivo: i confini si ridisegnano, il territorio fisico è soggetto a cambiamenti così come i nostri atteggiamenti, le azioni ed il rapporto verso la natura e gli uomini.

Alessandra Calò

Prezzi su richiesta
Kochan  2016-2018             © Alessandra Calò (I – 1977)
Tutte le opere sono stampate fine art su carta cotone Hahnemühle Photo Rag®
Matt FineArt – smooth 308 gsm, 100% Cotton
presentate in cornice a cassetta   h cm 100 x  diverse misure            edizione 1/3


Kochan – st  2016-2018
stampa fine art su carta cotone
in cornice a cassetta cm 100×100 ed 2/3
© Alessandra Calò (I – 1977)
Kochan – st 2016-2018
stampa fine art su carta cotone
in cornice a cassetta cm 100×100 ed 1/3
© Alessandra Calò (I – 1977)

Kochan – st  2016-2018
stampa fine art su carta cotone
in cornice a cassetta   cm 100 x 128 ed 2/3
© Alessandra Calò (I – 1977)

Kochan – st  2016-2018
stampa fine art su carta cotone
in cornice a cassetta   cm 100×81 ed 2/3
© Alessandra Calò (I – 1977)

Kochan-p2023-02-20T18:19:33+01:00
11 11, 2022

Fotoscopia-p

2022-11-15T12:28:17+01:00

Fotoscopia
Testo di GianFranco Ragno
(2016)

Negli anni Venti, in una frequente pubblicità che compariva su tutti i giornali europei ancora poveri di inserzioni così elaborate – e si trattava forse della prima réclame globalizzata – si potevano osservare una serie di disegni raffiguranti una lieve e agile donna con un vestito bianco e nero a strisce mentre scivolava accanto a bambini e famiglie felici – e, con altrettanta eleganza, teneva in mano un apparecchio fotografico: era una Kodak, – o meglio, allora un Kodak perché si usava il maschile – e lei era “Kodak-girl”.
Il testo però intimava: “Se non prendete delle istantanee delle vacanze cosa rimarrà fra cinque anni? I momenti felici passano!” – decretando e delegando alla donna la costruzione della memoria famigliare.
Ho pensato a questa immagini quando ho visto per la prima volta i lavori di Alessandra Calò – le cui fonti sono spesso immagini di un archivio privato, modesti prodotti iconografici, resi nobili dall’intervento grafico e compositivo dell’artista emiliana d’adozione; quella memoria visiva di minore pregio, ormai fuori dai commerci e fuori quasi da una narrazione diretta, facilmente perduta: più fragile diremmo della sua stessa consistenza fisica – materiali prodotti magari – chissà – sotto l’ispirazione della “Kodak girl” citata.
L’operazione dell’artista non è però una semplice riproposizione dei fatti: Alessandra compie infatti un lento lavoro di sublimazione, di proiezione, sovrapposizione in forme nuove e mutevoli (immagini, video e istallazioni)

In Galleria a Chiasso troviamo, oltre le immagini a muro, anche delle stampe retroilluminate tratte dal nuovo e articolato progetto Fotoscopia: le immagini – più eterogenee rispetto al passato, comprendendo anche le fotografie mediche – provengono appunto dall’archivio dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia – dove l’artista ha condotto un profonda indagine conoscitiva. Qui – nel progetto – le sovrapposizioni offrono delle proposte visive inedite grazie ai segni e frammenti dell’iconografia medica, e lo stesso originale libro d’artista, prodotto in pochi esemplari, prende la forma e l’ispirazione di un faldone, contenente materiale eterogeneo.
Altri noti artisti contemporanei si sono affacciati al tema della memoria e dell’indagine intorno agli archivi (penso a Sophie Calle, e soprattutto a Christian Boltanski), ma a differenza di quest’ultimi, Calò appare meno cupa, rifiutando la scabra estetica di impronta concettuale: preferisce ridare alla fonte visiva nobiltà anche attraverso un rinnovato statuto estetico e artistico non secondario. Come se fosse l’archivista di storie di una biblioteca barocca, una sorta di ipotetica biblioteca dell’Abbazia di San Gallo, e, al tempo stesso, la sua gelosa custode.

Fotoscopia
testo di Irene Russo

parzialmente tratto dal catalogo: Fotografia Europea. Effetto Terra, Silvana Editoriale, Milano
2015

“Fotoscopia” evoca la capacità dell’uomo di indagare lo spazio insondabile, celebrando il mistero della vita e il commovente desiderio di proteggerla. Alessandra Calò si è calata nelle “viscere” di un ospedale italiano a caccia di reperti dal valore estetico, scelti fra migliaia di misteriose rivelazioni di salute e malattia. Nelle lastre di vetro che compongono l’opera trovano posto le topografie d’archivio, gli schizzi esegetici dei dottori, gli screening mammografici e perfino i pesci rossi della sala d’attesa del reparto di radioterapia.
Catturate in prevalenza con l’ausilio dell’iphoneography ma stampate su vetro con metodi antichi, le immagini di Alessandra Calò non accettano di rappresentare la realtà nei limiti della distanza digitale. Piuttosto tornano indietro nel tempo fino a recuperare il conforto del tatto, l’affabilità di una tecnica sapiente come quella del medico che comprende al tocco.
L’ospedale è un corpo fatto di tantissime vite, storie di uomini in prima linea o rimasti sempre dietro le quinte. In “Fotoscopia” il luogo di cura si manifesta in tutti gli aspetti, da creazione architettonica a struttura organizzata, da centro di ricerca a scenario di cambiamenti epocali. La ricerca dei materiali – condotta tra i reparti in decine di colloqui con medici, infermieri, tecnici e inservienti – ha seguito un approccio “domestico”, utile a rappresentare uno spazio dove la vita della comunità continua nei suoi ritmi quotidiani. La natura dell’ospedale si rivela non soltanto negli elaborati programmi per ridurre il margine di errore nelle alte sfere della chirurgia, ma anche nei rigidi protocolli messi in atto per rendere infallibili attività ordinarie, come ad esempio la gestione degli impianti e il servizio di pulizia dei reparti.
A corredo dell’opera, un ulteriore livello di lettura è rappresentato dal libro d’artista “Fotoscopia”. Attraversando la struttura in lungo in largo insieme alla scrittrice Irene Russo, l’artista ha raccolto suggestioni molto varie: dall’aneddoto alla spiegazione scientifica, dall’esperienza professionale a frammenti personali. Nell’intricato labirinto dell’ospedale sono emersi episodi indimenticabili, immagini dove la scienza medica mostra la sua più grande bellezza. Racconti che hanno un ignificato universale, oltre la storia dell’istituzione e dentro la vicenda degli individui.

Prezzi su richiesta
opere stampate su carta
Hahnemühle Photo Rag Bright white 308g
cm 60×50


Fotoscopia –
2015
stampa fine art cm 40×40  ed 1/5
© Alessandra Calò (I – 1977)

Fotoscopia – 2015
stampa fine art cm 40×40  ed 1/5
© Alessandra Calò (I – 1977)

Fotoscopia – 2015
stampa fine art cm 40×40  ed 1/5
© Alessandra Calò (I – 1977)

Fotoscopia – Installazione 2016
7 pedistallo in legno nero con retroilluminazione
Trittico di lastre in cristallo stampate a mano
con tecniche miste (sali d’argento, callitipia, ink-jet)
© Alessandra Calò (I – 1977)

Fotoscopia – Installazione 2016
7 pedistallo in legno nero con retroilluminazione
Trittico di lastre in cristallo stampate a mano
con tecniche miste (sali d’argento, callitipia, ink-jet)
© Alessandra Calò (I – 1977)

Fotoscopia-p2022-11-15T12:28:17+01:00
6 09, 2022

IncontroAndyMattern

2022-10-23T13:54:40+02:00

Incontro con
Andy Mattern
Sabato 29 ottobre 2022
h 17.00 15.00

in lingua inglese
segue aperitivo
ingresso gratuito

Dopo l’apertura della sua mostra a Chiasso, CALIBRATION, vi invitiamo all’incontro con Andy Mattern.

L’autore sarà a disposizione del pubblico in galleria per parlare del suo lavoro il pomeriggio di sabato 29 ottobre 2022, dalle ore 17.00 15.00, mentre il
giorno prima darà una lezione ad un gruppo di studenti del Liceo di Mendrisio.

IncontroAndyMattern2022-10-23T13:54:40+02:00
22 08, 2022

Calibration-p

2022-11-02T16:24:39+01:00

Average Subject / Medium Distance  #7246 (Light) 2019
inkjet pigment print cm 70×50 ed 1/3
© Andy Mattern (USA 1979)

CALIBRATION
Andy Mattern

apertura
domenica 18 settembre 2022

ore 11-17

fino all’11 novembre 2022
catalogo
AVERAGE SUBJECT / MEDIUM DISTANCE – Andy Mattern

vai al

Incontro con Andy Mattern
Sabato 29 ottobre 2022 
h 17.00 15.00

INGRESSO GRATUITO

Nella nuova mostra CALIBRATION si trovano due serie di immagini coerenti e consecutive del giovane fotografo americano Andy Mattern:
Standard Size (2014) e
Average Subject/Medium Distance (2018-2021)

Abbiamo conosciuto Andy Mattern ad Arles durante uno dei Portfolio Review dei Rencontres Internationales de la Photo 2019.
Per alcuni anni abbiamo seguito a distanza il suo lavoro che ci sembra sempre coerente e continuo.
Anche se altre serie più recenti sono molto interessanti abbiamo deciso di comune accordo di esporre le opere viste ad Arles in un gruppo di 13 + 6 immagini dei 2 lavori scelti.
In questa mostra CALIBRATION, Mattern modifica, riprende e ingrandisce i calibri di carta in uso nella metà del secolo scorso che servivano ai fotografi per regolare illuminazione, esposizione e profondità di campo.
Mattern trasforma queste schede tecniche in immagini astratte levando ogni indicazione scritta utile al loro scopo primario. Il risultato è un’immagine grafica e geometrica che mantiene i colori forti e brillanti dei quadranti e del cerchio che originariamente servivano come riferimenti tecnici e che diventano qui una riflessione sul sorpasso delle regole per ottenere una buona immagine cercandone anche, ironicamente, le imperfezioni.
La parte didattica di tutto il suo operare e il modo in cui evolve la sua ricerca è un altro degli aspetti che ci hanno stimolato a conoscerlo meglio.

L’autore NON sarà presente all’inaugurazione della mostra ma lo si potrà incontrare in galleria in un paio di incontri pubblici nelle date del 28 ottobre 2022 con gli studenti del Liceo di Mendrisio e il 29 ottobre 2022 con chi volesse incontrarlo e discutere del suo lavoro.
Per informazioni aggiornate meglio prenotare in tempo all’indirizzo email e/o nr di telefono come sotto riportato.

Nelle immagini della serie Average Subject/Medium Distance (2018-2021) mi sono ispirato alle utilizzatissime “Kodakguide” – schede di riferimento portatili usate per determinare l’esposizione e altre impostazioni della fotocamera. Questo progetto riflette sulle regole e sugli strumenti che stanno alla base delle tecniche fotografiche usate da tutti, professionisti e dilettanti.
In questa serie è utile guardare ben oltre i suggerimenti forniti da queste carte e difatti, dopo averle fotografate individualmente, le rielaboro e seziono con un processo digitale manuale.
Tutti i numeri tecnici, le immagini esemplificatrici e i testi esplicativi vengono coperti copiando e incollando polvere e graffi dalla superficie.
Le composizioni risultanti vengono quindi ingrandite per enfatizzare questo segno digitale che si crea di concerto con un’unica parola, rimasta nella sua posizione originale.
“Ogni parola è un riferimento obliquo a tropi fotografici familiari: luce, ombra”.

Andy Mattern

Testo Alternativo

Average Subject/Medium Distance #4198 (Time)  2019
inkjet pigment print cm 70×50 ed. 1/3
© Andy Mattern (USA 1979)
Average Subject/Medium Distance #4201 (Appropriate) 2018
inkjet pigment print cm 70×50 ed. 2/3
© Andy Mattern (USA 1979)

Average Subject/Medium Distance #4200 (Correct) 2018
inkjet pigment print cm 70×50 ed. ap 2
© Andy Mattern (USA 1979)

Average Subject/Medium Distance #7243 (Show) 2019
inkjet pigment print cm 70×50 ed. 1/3
© Andy Mattern (USA 1979)

Il gruppo di foto dal titolo Standard Size (2014) è nato come un giocoso atto di resistenza contro le tipiche foto di esempio sulle confezioni di carta a getto d’inchiostro. Per eliminare queste informazioni visive, le foto d’archivio e altre immagini vengono rimosse fisicamente dai pacchetti di carta e il testo con le informazioni viene coperto con nastro adesivo colorato. Ogni superficie modificata viene poi illuminata e ri-fotografata per enfatizzare i gesti redazionali. Il risultato è una serie di composizioni piatte che riconsiderano le opportunità racchiuse nei materiali stessi.

Andy Mattern

Andy_Mattern-Standard_Size_7791

Standard Size #7791 – 2014
inkjet pigment print cm 42.8 x 36.5 ed. 1/5
© Andy Mattern (USA 1979)

Standard Size #7841 – 2014
inkjet pigment print cm 42.8 x 36.5 ed. 1/5
© Andy Mattern (USA 1979)

Andy_Mattern-Standard_Size-

Standard Size #7466 – 2014
inkjet pigment print
cm 42.8 x 36.5 ed. 3/5
© Andy Mattern (USA 1979)

The Sameness of the Screen

I primi computer Apple erano precaricati con 38 semplici modelli desktop, da sfumature di grigio uniformi a composizioni piastrellate leggermente più elaborate, consentendo agli utenti di personalizzare il proprio ambiente digitale per la prima volta. In questo progetto, le fotografie ravvicinate realizzate direttamente dallo schermo del computer della mia infanzia vengono ingrandite e stampate come cianotipi. Questo gesto vuole indicare l’ottimismo e l’ingenuità degli albori del personal computer.

Andy Mattern

The Sameness of the Screen #6961 – 2020
cyanotype on cotton paper cm 48 x 33 ed. 1/3
© Andy Mattern (USA 1979)

The Sameness of the Screen #6961 – 2020
cyanotype on cotton paper cm 48 x 33  ed. 1/3
© Andy Mattern (USA 1979)

Calibration-p2022-11-02T16:24:39+01:00
16 08, 2022

TomBaril – OPD

2022-12-02T17:30:24+01:00

 

Tom Baril (USA-1952)
Opere in deposito

prezzi su richiesta (dove non indicato)

PAGINA IN ALLESTIMENTO
Le indicazioni inserite devono essere aggiornate e potrebbero NON essere corrette
Vogliate eventualmente richiedere conferma scrivendo a galleria@consarc.ch

TB#789
Title: Star Fruit, 2003

Edition #: 2/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches Current Price: $2000

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#786
Title: Corset, 2003
Edition #: 1/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

 

 

TB#760
Title: Roses in Vase, 2002
Edition #: 15/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

 

TB#798
Title: Scary Tree, 2003
Edition #: 4/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches Current Price: $2000

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#800
Title: Two and a Half Pears, 2002
Edition #: 4/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches  SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

 

TB#805
Title: Red Pear, 2004
Edition #: 8/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches  Current Price: $2000

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#809
Title: Squash Blossom, 2004
Edition #: 5/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#826
Title: Two Callas, 2002

Edition #: 2/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#765
Title: Pear, 2002
Edition #: 11/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches Current Price: $2500

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#794
Title: Bethlehem Steel #4, 2003
Edition #: 2/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches Current Price: $2500

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#783
Title: Bethlehem Steel #3, 2003
Edition #: 3/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches Current Price: $2500

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#785
Title: Bethlehem Steel #5, 2003
Edition #: 2/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches Current Price: $2500

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#831
Title: Bethlehem Steel #6, 2003
Edition #: 1/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches Current Price: $2500

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#757
Title: For Rowen, 2002
Edition #: 8/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#771
Title: Bethlehem Steel #1, 2002
Edition #: 4/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches Current Price: $ 3000

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#370
Title: Galss Bowl, 94
Edition #: 1/15
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches Current Price: $1600

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#369
Title: Artichoke, 93
Edition #: 4/15
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches  Current Price: $1600

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#433
Title: Chrysler Building, 95
Edition #: 9/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches Current Price: $ 2000

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#418
Title: 59th Street Bridge, 95
Edition #: 10/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches Current Price: $2000

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#487
Title: Con Ed, 14th St., 96
Edition #: 5/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches Current Price: $1600

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#652
Title: Brooklyn, NY, 96
Edition #: 1/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches SOLD

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#612
Title: Manhattan Bridge, 93
Edition #: 5/15
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches Current Price: $ 2000

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#740
Title: Upper Falls, 2001
Edition #: 1/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches  Current Price: $1600 

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#694
Title: China Beach, 2000
Edition #: 4/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  18 x 23 inches Current Price: $2500

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

TB#669
Title: NY Harbor
Edition #: 1/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print
Sizes:  23 x 18 inches Current Price: $1600

sizes available
23 x 18 inches / cm 58.5 x 45.8
34 x 26 inches / cm 86.36 x 66

SOLD PRINTS

TB#782
Title: Bethlehem Steel#2, 2002
Edition #: 10/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches   SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2
60 x 50 inches / cm 152.4 x 127

TB#770
Title: Toy Train, 2003
Edition #: 1/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  29 x 22 inches SOLD

sizes available
22 x 29 inches / cm 56 x 73.7
30 x 40 inches / cm 76.2 x 101.6

TB#764
Title: Cyclamen, 2002
Edition #: 2/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2

TB#762
Title: Cobea Pods, 2002

Edition #: 19/25
Medium: Toned Gelatin Silver Print from Collodion Wet Plate Negative
Sizes:  22 x 29 inches SOLD

sizes available
29 x 22 inches / cm 73.7 x 56
40 x 30 inches / cm 101.6 x 76.2


Price: $3000

TomBaril – OPD2022-12-02T17:30:24+01:00
28 07, 2022

Calibration

2022-11-14T11:54:00+01:00

CALIBRATION

Andy Mattern

CALIBRATION

Andy Mattern

CALIBRATION

apertura domenica 18 settembre 2022 h 11-17

Testo Alternativo
Prossima apertura
KOCHAN
Alessandra Calò
Domenica 27 novembre 2022 ore 11.00 - 17.00

CALIBRATION
Andy Mattern (USA-1979)

18 09 2022 – 11 11 2022

apertura 
DOMENICA 18 settembre 2022
ore 11-17


Ingresso gratuito

Calibration2022-11-14T11:54:00+01:00
13 05, 2022

FirstAid

2022-06-23T15:32:55+02:00

FIRST AID

Mariapia Borgnini

FIRST AID

Mariapia Borgnini

FIRST AID

apertura domenica 22 maggio 2022 h 11-17

FIRST AID
Mariapia Borgnini (CH)

22 05 2022 – 24 06 2022
e dal
13 07 2022 – 12 08 2022


ENTRATA LIBERA

FirstAid2022-06-23T15:32:55+02:00
17 02, 2022

Universo da tavolo-p

2022-02-24T17:43:18+01:00

UNIVERSO DA TAVOLO
Mariapia Borgnini

 

I leopardi
Di tanto in tanto Gilda alza gli occhi al cielo. È al completo con le sue nuvole galleggianti, come donne mobili.
Il cielo poi ha i colori del cielo, qualche notte è lunatico, qualche volta è un mantello nero che ti copre il viso fino agli occhi, altre volte si prende gioco del mare, lo imita, così confonde i naviganti.
Gilda ha lunghi capelli neri, di giorno avverte la leggerezza e il cielo le sembra un grande palloncino, di quelli che sfuggono di mano ai bambini e volano alti sopra il loro pianto. Poi le lacrime asciugano e la palla non si vede più.
Allora il giorno per Gilda è lieve per l’odore dei panifici che si aggira indisturbato per l’aria, svicola tra le vie strette del centro, entra nelle fessure delle finestre, così Gilda annusa quell’aroma che sa di santo.
È felice mentre si fa uno shampoo, ripensa al mare della Grecia, alle spiagge, a come sono intatte, alla mano dell’uomo a cui qualcosa sfugge sempre.
S. Holmes direbbe che in quel tavolo è stato consumato cibo. Si nota dai resti di pane rimasti sulla tovaglia. Per l’investigatore sono tracce di presenze umane affamate dalla notte.
Per Gilda che ha dimenticato le chiavi di casa sul tavolo, quelle briciole, invece, sono stelle appoggiate sopra un universo tessuto. Gilda vede le stelle e quella stessa sera, sulla stessa stoffa stellata, ritroverà lo stesso universo da tavolo, andrà alla finestra e svuoterà tutte le stelle sulla via, poi fisserà la notte e vedrà i leopardi.

Carlo Cecchi

© Mariapia Borgnini – Universo Da Tavolo – 2011  –  S.T. 02
copia unica – stampa a getto d’inchiostro
montata su alluminio cm 44 x 54, in cornice

© Mariapia Borgnini – Universo Da Tavolo – 2011  –  S.T. 03
copia unica – stampa a getto d’inchiostro
montata su alluminio cm 44 x 54, in cornice

© Mariapia Borgnini – Universo Da Tavolo – 2011  –  S.T. 01
copia unica – stampa a getto d’inchiostro
montata su alluminio cm 44 x 54, in cornice

Universo da tavolo-p2022-02-24T17:43:18+01:00
17 02, 2022

Universo da tavolo

2022-02-17T16:10:50+01:00

UNIVERSO DA TAVOLO
Mariapia Borgnini

29 03 2015 – 17 05 2015

Universo da tavolo2022-02-17T16:10:50+01:00
1 02, 2022

Vestiges-p

2022-04-28T17:29:02+02:00

VESTIGES
Jean-Marc Yersin

apertura domenica 13 marzo 2022
ore 11-17
in presenza dell’autore

fino al 29 aprile 2022
Prolungata fino al 12 maggio 2022
Catalogo della mostra
testi tratti dal catalogo:
Urs Stahel
Luc Debraine
Daniela e Guido Giudici

ENTRATA LIBERA

Dopo la prima mostra dal titolo CRISE esposta in galleria nel 2018 e la successiva mostra FAKE inserita nella 12a edizione della Biennale dell’Immagine nella sede esterna dei magazzini Rampa delle FFS a Chiasso, riprendiamo il filo mai interrotto con l’attivissimo fotografo romando Jean-Marc Yersin che continua la sua ricerca sui manufatti costruiti e segnati dall’uomo, siano essi archeologia industriale che architettura contemporanea.
Nelle 34 fotografie di questa nuova mostra in Galleria si ritrova l’ormai caratteristico contrastato e impeccabile bianco e nero stampato nell’usuale formato quadrato dei lavori precedenti.
Questa volta le VESTIGES (Vestigium, segni, impronte) sono state divise in capitoli e rafforzano l’idea di astrazione di ogni singolo oggetto investigato da Yersin, tracce sul territorio che creano sequenze di immagini riprese anche nel bel catalogo con lo stesso titolo che diventa il terzo dei Carnets d’un autre temps che accompagnano regolarmente i lavori di Yersin.
 Gli scatti sono stati eseguiti, dal 2013 AL 2019, in diversi luoghi della Svizzera comprese alcune immagini realizzate in Ticino nel Parco delle gole della Breggia, presso la diga e il lago in Valle Verzasca, sotto i ripari fonici di Chiasso e Bissone e sotto i piloni del tunnel del Ceneri a Camorino.

La mostra Vestiges è stata esposta nelle sale del Musée Suisse de l’Appareil Photographique Vevey dal 9 settembre 2021 al 2 gennaio 2022.

VESTIGES - Jean-Mac YERSIN
prolungata fino al 12 maggio 2022

T +4191 6837949 galleria@consarc.ch

vedi orari di apertura

Villeneuve Centre d’entrainement des Paquays – 2015
© Jean-Marc Yersin, dalla serie Vestiges – 2021
Stampa ai pigmenti di carbone cm 40×40 / 60×60 – Edition 1/7
Val de Bagnes, Barrage de Louvie – 2015
© Jean-Marc Yersin dalla serie Vestiges – 2021
Stampa ai pigmenti di carbone cm 40×40 / 60×60 – Edition 1/7

Col du Julier, La tour rouge – 2019
© Jean-Marc Yersin, dalla serie Vestiges – 2021
Stampa ai pigmenti di carbone cm 40×40 / 60×60 – Edition 1/7
Cossonay, Grand Moulins de Penthalaz, – 2015
© Jean-Marc Yersin  dalla serie Vestiges – 2021
Stampa ai pigmenti di carbone cm 40×40 / 60×60 – Edition 1/7

Urs Stahel
Conservateur, auteur, conférencier, Zurich

Les vérités ont longtemps été gravées dans la pierre. Les dix commandements de Dieu par exemple – dans le judaïsme au cœur de la Torah et dans le christianisme, principale source de l’éthique chrétienne. Moïse les avait reçus sur le mont Sinaï, dit la Bible, deux fois même, parce qu’il avait brisé les premières tablettes, de colère et de chagrin, voyant le peuple danser autour de l’image culte du veau d’or. Plus tard, ce furent des inscriptions et des signes sur les cathédrales, les châteaux et les demeures qui ont témoigné de la volonté et de l’action absolues des souverains sacrés et séculiers.

Avec les Lumières, avec la modernité, avec l’émancipation des populations, avec l’expérience de soi et de l’autre, ces orientations ont changé. Ce n’était plus une relation verticale, centrée sur Dieu, mais une relation horizontale, ouverte, en constante évolution. Le regard sur le paysage fut décisif dans la conquête des étendues, de l’immensité, du monde. Peu à peu, les hommes ont commencé à occuper la terre, à la déterminer, la  dessiner selon leurs idées, leurs plans, leurs méthodes et leurs édifices imposants. La nature s’est rapidement transformée en un paysage dirigé,  vectorisé. Au cours des quatre derniers siècles, nous, les humains, avons de plus en plus imprimé nos vérités, nos besoins sur la surface de la  terre.

Aujourd’hui, comme le disait Paul Virilio dans les années 1990, nous sommes “au seuil d’une nouvelle “cité de la lumière” placée sous le signe de  l’électro-optique et de l’électro-acoustique, qui remplacera l’ancienne “cité de la matière”, elle-même, ayant remplacé les villages et les établissements ruraux. La VILLE VIRTUELLE, la  dernière des villes, n’est donc plus une entité urbaine précisément localisable, mais une  METACITE….. .”

Dans ses “Vestiges”, Jean-Marc Yersin nous montre de tels signes de la prise de pouvoir de l’homme, de la conquête de l’espace, du temps, de la  géométrisation de la nature. Et il nous rend attentifs à la manière dont nous avons désormais appliqué notre volonté à la surface de la terre, l’avons  ancrée en elle, non pas avec des pierres naturelles, mais avec des matériaux que nous avons nous-mêmes développés – avec de l’asphalte, du  goudron, mais surtout avec du ciment, du béton. La masse, l’énergie  et l’information des êtres humains, se sont mêlées, selon Virilio, au paysage, en s’y inscrivant.

Les photographies en noir et blanc de Yersin se détachent de manière impressionnante de la profondeur du paysage vers la surface carrée de  l’image. Par leur matérialité, elles sont si clairement définies, aiguisées, contrastées, et en même temps généralement cadrées de manière si  resserrée – dans le cas des ponts ou des routes surélevées, souvent vues de dessous – qu’elles semblent, pour ainsi dire, se détacher doublement  de la réalité. Par l’intervention picturale, par le recadrage, elles apparaissent d’une part comme des objets esthétiques, comme des artefacts sans  fonction, et d’autre part précisément comme des “vestiges”, comme des restes, comme des ruines prévisibles d’un temps qui apparemment s’éteint  progressivement.

Qui sera le prochain, où, quand et comment, à fixer les signes du futur? Cette question se pose presque automatiquement lorsqu’on regarde  attentivement ces photographies. Et qui en rendra compte, dans quels matériaux?

 


Points de vue
Luc Debraine
Directeur conservateur,Musée suisse de l’appareil photographique, Vevey

La photographie est affaire de point de vue. Jean-Marc Yersin en adopte deux, l’un spatial, l’autre temporel. Il prend d’abord position dans l’espace, face à l’ouvrage d’art ou à la friche industrielle qui a retenu son attention. Il détermine la bonne distance, la bonne focale, la bonne perspective, le bon cadrage, bien sûr la bonne lumière. Ses images sont aussi construites que leurs sujets de béton et d’acier.

Jean-Marc Yersin choisit également un point de vue dans la durée. Il y a trente ans, lorsque le photographe a commencé à s’intéresser à la tension conflictuelle entre le bâti et la nature, il s’est imposé une contrainte imaginaire. Comment, s’est-il dit, ces infrastructures massives seront vues dans le futur, alors qu’elles seront sans doute à l’abandon. Les générations de demain les conserveront-elles comme les symboles d’époques déraisonnables ? Les laisseront-elles à leur destin de gravats et de rouille ? L’important n’est pas la réponse, mais la question posée par un regard qui se projette vers l’avant plutôt que vers l’arrière.

Le format carré choisi par Jean-Marc Yersin n’a pas seulement pour fonction de créer des séquences homogènes de tirages sur les murs ou dans des publications. Le carré permet de mieux isoler la construction de son environnement, de son époque, de sa fonction. Le choix du noir et blanc renforce cette volonté d’abstraction, au sens de ce qui sépare ou soustrait. Le carré a de plus la qualité de bien contenir l’image, de concentrer son énergie. Surtout si elle est aussi rigoureusement structurée qu’une photographie de Jean-Marc Yersin.

 Points de vue dans l’espace, dans le temps, mais aussi sur la photographie elle-même. Les « vestiges », pour reprendre le titre que l’auteur a donné à sa série, sont des traces. « Vestigium », chez les latins, c’était la « trace de pas ». Passionné par l’histoire, la technique et la pratique de la photographie, Jean-Marc Yersin sait que son art d’élection est une empreinte. « Le miroir permanent de la nature » ou « le miroir doté d’une mémoire », disaient les pionniers au XIXe siècle. Saisir avec tant de science ces vestiges est aussi une réflexion sur l’être même de la photographie.


Daniela e Guido Giudici

In questo volume Jean Marc Yersin suddivide in capitoli e tipologie la sua ricerca fotografica concentrata su manufatti costruiti dalla mente e dalla fatica dell’uomo che ancora segnano pesantemente la storia e la memoria dei luoghi,  siano essi in disuso o ancora in funzione, siano archeologia industriale o contemporanea architettura, oppure autostrade, ponti ferroviari o fluviali, condotte, viadotti, birrerie, mulini, aree di servizio, raffinerie o cementifici.

Dopo un lungo periodo occupato a conservare vestiges al Museo Svizzero dell’apparecchio fotografico di Vevey, Yersin è tornato da alcuni anni alla sua originale formazione di fotografo con una passione giovanile elegante e mai nostalgica, un equilibrio calibrato dalla scelta di un formato tradizionale modificato in fase di scatto.

Queste costruzioni, spesso surreali ed enigmatiche, sono cercate, trovate, scrutate e analizzate nel luogo dove sono state edificate e sul quale hanno avuto un impatto violento, per poi essere ricomposte in una messa in scena imprescindibile dal punto di vista del fotografo.

Quella di Jean Marc Yersin è una sorta di narrazione fotografica scenografica e monumentale che ridisegna una nuova realtà e sembra voler aiutare a lenire l’attuale disordine ambientale di una natura che vorrebbe riprendersi quanto le è stato tolto.

Una visione in apparente assenza di uomini, auto, rumori, un isolamento che permette di capire un paesaggio che si è soliti osservare in modo confuso e miope. Questo nuovo libro di Yersin è un viaggio intenso di riflessione sul paesaggio nelle sue trasformazioni, anche economiche e sociali.

Una fotografia che scaturisce ossessiva dal suo ritornare sui luoghi e da un continuo guardarli e riguardarli, in un’indagine in bianco e nero coerente che aiuta a connettersi con la loro anima.

Vestiges-p2022-04-28T17:29:02+02:00
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