Negli ultimi anni la ricerca di Olivo Barbieri si sviluppa su due filoni paralleli: il racconto della città contemporanea studiata nei luoghi a intensa trasformazione e una serie di approfondimenti sugli spazi di grande attualità mediatica quali gli stadi di calcio e i luoghi della giustizia.
Il Tibet (2000) segna la ricerca di uno spazio in grado di rappresentare la comune condizione della contraddizione contemporanea.
Nella serie sulla Cina (1992 – 1999) l’attenzione è rivolta al repentino cambiamento del paese cui fa da stridente sfondo un paesaggio architettonico fatiscente.
Le immagini del Giappone (1999) consolidano la visione di un paese che vive, nel presente tecnologico, la traccia di un passato persistente.
Le visioni dell’India (1999) rappresentano il superamento di uno sguardo univoco e la scelta di isolare una parte del contesto attraverso la costruzione di un quadro in grado di trattenere il sintomo della complessità.
Gli stadi (1999) sono grandi videogiochi in grado di scatenare stati di esaltazione ipnotica; i tribunali (2000) un nuovo soggetto ipermediatizzato la cui forma viene indagata in rapporto al contenuto del suo esercizio.
